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Posts Tagged ‘Alzheimer’

Rapporto mondiale su Alzheimer 2015 pubblicato online

Posted by bibliotecabiomedica su settembre 14, 2015

E’ stato pubblicato pochi giorni il Rapporto mondiale 2015 sull’Alzheimer.
Il report è stato prodotto dalla Alzheimer’s Disease International e si intitola “L’impatto Globale della Demenza: un’analisi di prevalenza, incidenza, costi e dati di tendenza”: nel mondo ci sono 46,8 milioni di persone che soffrono di una qualche forma di demenza (50-60% Alzheimer) e si stima che ogni 20 anni la cifra sia destinata a raddoppiare, con enormi costi per la società.

Leggi il rapporto completo

Fonte: Osservatorio Malattie Rare

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Anche l’Università di Firenze nello studio che ha scoperto nuovi geni legati all’Alzheimer

Posted by bibliotecabiomedica su ottobre 30, 2013

Ci sono anche due ricercatori dell’Università di Firenze tra gli studiosi che hanno partecipato allo studio, pubblicato su Nature Genetics, con cui sono stati individuati altri 11 nuovi geni associati alla malattia di Alzheimer.
La metanalisi è stata condotta su 74.046 pazienti da vari centri europei e statunitensi, tra cui l’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi.

Articolo di riferimento:
Lambert JC, Ibrahim-Verbaas CA, Harold D, Naj AC, Sims R, Bellenguez C, Jun G, Destefano AL, Bis JC, Beecham GW, Grenier-Boley B, Russo G, Thornton-Wells TA, Jones N, Smith AV, Chouraki V, Thomas C, Ikram MA, Zelenika D, Vardarajan BN, Kamatani Y, Lin CF, Gerrish A, Schmidt H, Kunkle B, Dunstan ML, Ruiz A, Bihoreau MT, Choi SH, Reitz C, Pasquier F, Hollingworth P, Ramirez A, Hanon O, Fitzpatrick AL, Buxbaum JD, Campion D, Crane PK, Baldwin C, Becker T, Gudnason V, Cruchaga C, Craig D, Amin N, Berr C, Lopez OL, De Jager PL, Deramecourt V, Johnston JA, Evans D, Lovestone S, Letenneur L, Morón FJ, Rubinsztein DC, Eiriksdottir G, Sleegers K, Goate AM, Fiévet N, Huentelman MJ, Gill M, Brown K, Kamboh MI, Keller L, Barberger-Gateau P, McGuinness B, Larson EB, Green R, Myers AJ, Dufouil C, Todd S, Wallon D, Love S, Rogaeva E, Gallacher J, St George-Hyslop P, Clarimon J, Lleo A, Bayer A, Tsuang DW, Yu L, Tsolaki M, Bossù P, Spalletta G, Proitsi P, Collinge J, Sorbi S, Sanchez-Garcia F, Fox NC, Hardy J, Naranjo MC, Bosco P, Clarke R, Brayne C, Galimberti D, Mancuso M, Matthews F; European Alzheimer’s Disease Initiative (EADI); Genetic and Environmental Risk in Alzheimer’s Disease (GERAD); Alzheimer’s Disease Genetic Consortium (ADGC); Cohorts for Heart and Aging Research in Genomic Epidemiology (CHARGE), Moebus S, Mecocci P, Del Zompo M, Maier W, Hampel H, Pilotto A, Bullido M, Panza F, Caffarra P, Nacmias B, Gilbert JR, Mayhaus M, Lannfelt L, Hakonarson H, Pichler S, Carrasquillo MM, Ingelsson M, Beekly D, Alvarez V, Zou F, Valladares O, Younkin SG, Coto E, Hamilton-Nelson KL, Gu W, Razquin C, Pastor P, Mateo I, Owen MJ, Faber KM, Jonsson PV, Combarros O, O’Donovan MC, Cantwell LB, Soininen H, Blacker D, Mead S, Mosley TH Jr, Bennett DA, Harris TB, Fratiglioni L, Holmes C, de Bruijn RF, Passmore P, Montine TJ, Bettens K, Rotter JI, Brice A, Morgan K, Foroud TM, Kukull WA, Hannequin D, Powell JF, Nalls MA, Ritchie K, Lunetta KL, Kauwe JS, Boerwinkle E, Riemenschneider M, Boada M, Hiltunen M, Martin ER, Schmidt R, Rujescu D, Wang LS, Dartigues JF, Mayeux R, Tzourio C, Hofman A, Nöthen MM, Graff C, Psaty BM, Jones L, Haines JL, Holmans PA, Lathrop M, Pericak-Vance MA, Launer LJ, Farrer LA, van Duijn CM, Van Broeckhoven C, Moskvina V, Seshadri S, Williams J, Schellenberg GD, Amouyel P. Meta-analysis of 74,046 individuals identifies 11 new susceptibility loci for Alzheimer’s disease. Nature Genetics, pubblicato online il 27 ottobre 2013.
Leggi l’articolo completo (solo per utenti dell’Università di Firenze)

Fonte: InToscana.it Salute

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Uso della PET per la diagnosi di Alzheimer: lineee guida americane

Posted by bibliotecabiomedica su gennaio 28, 2013

La Society of Nuclear Medicine and Molecular Imaging (SNMMI) e l’Alzheimer Association americane hanno pubblicato i primi criteri per l’utilizzo della PET come ausilio nella diagnosi dell’Alzheimer, dato che solo recentemente si sono riuscite ad ottenere immagini dibuona qualità delle placche a livello cerebrale tipiche della patologia.
Il gruppo di lavoro che ha redatto queste prime linee guida ha sottolineato la necessità di considera questa metodologia come un ulteriore ausilio, all’interno di un percorso diagnostico più ampio.

I potenziali candidati ad essere sottoposti a tale indagine sono stati individuati in:

  • Persone che lamentano persistenti o progressivi inspiegabili problemi di memoria o confusione e che mostrano difficoltà nell’utilizzo dei test standard per la memoria e cognitivi;
  • Persone con una demenza progressiva sviluppatasi prima dei 65 anni di età.

Articolo di riferimento:
Maria C. Carrillo, Kaj Blennow, Holly Soares, Piotr Lewczuk, Niklas Mattsson, Pankaj Oberoi, Robert Umek, Manu Vandijck, Salvatore Salamone, Tobias Bittner, Leslie M. Shaw, Diane Stephenson, Lisa Bain, Henrik Zetterberg, Global standardization measurement of cerebral spinal fluid for Alzheimer’s disease: An update from the Alzheimer’s Association Global Biomarkers Consortium,  Alzheimer’s & Dementia, pubblicato online il 28 dicembre 2012
Leggi l’articolo completo (solo per utenti dell’Università di Firenze)

Fonte: Sciencedaily

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Alti livelli di ceramidi nel sangue, maggiore rischio di Alzheimer

Posted by bibliotecabiomedica su luglio 20, 2012

A sostenerlo è uno studio, frutto di una lunga indagine, pubblicato su Neurology e condotto da neuropsichiatri ed epidemiologi della Johns Hopkins University di Baltimora in collaborazione con la Columbia University di New York. Alti livelli nel sangue di tali molecole lipidiche comporterebbero un rischio 10 volte maggiore di sviluppare l’Alzheimer.

Articolo di riferimento:
Mielke, Michelle M.; Bandaru, Veera Vankata Ratnam; Haughey, Norman J.; Xia, Jin; Fried, Linda P.; Yasar, Sevil; Albert, Marilyn; Varma, Vijay; Harris, Greg; Schneider, Eric B.; Rabins, Peter V.; Bandeen-Roche, Karen; Lyketsos, Constantine G.; Carlson, Michelle C., Serum ceramides increase the risk of Alzheimer disease: The Women’s Health and Aging Study II, Neurology, 2012, 79:633–641
Leggi l’articolo completo (solo per utenti dell’Università di Firenze)

Fonte: ANSA

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World Alzheimer Report 2011

Posted by bibliotecabiomedica su settembre 16, 2011

Si concentra sui benefici della diagnosi e degli interventi precoci il World Alzheimer Report 2011 appena reso disponibile online.

Scarica l’intero report

Fonte: Nelm News

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Alzheimer: nuove linee guida internazionali dopo 27 anni

Posted by bibliotecabiomedica su aprile 20, 2011

Dopo 27 anni l’Alzheimer Association ha pubblicato l’aggiornamento delle linee guida per l’individuazione e gestione dell’Alzheimer. Particolare attenzione è stata posta all’analisi delle prime fasi della malattia, riconoscendo la MCI (mild cognitive impairment) come una delle prime potenziali manifestazioni della malattia, definendo quattro livelli per arrivare alla certezza della diagnosi.
Ulteriori indagini vengono consigliate per arrivare a determinare quali siano i biomarker predittivi della patologia, ben prima che si manifestino i primi sintomi, come la perdita di memoria o cambiamenti comportamentali.
Tutta la documentazione è stata pubblicata, con accesso gratuito, sulla rivista Alzheimer’s & Dementia.

Articoli di riferimento:
Introduction to the recommendations from the National Institute on Aging and the Alzheimer’s Association workgroup on diagnostic guidelines for Alzheimer’s disease

The diagnosis of dementia due to Alzheimer’s disease: Recommendations from the National Institute on Aging and the Alzheimer’s Association workgroup

The diagnosis of mild cognitive impairment due to Alzheimer’s disease: Recommendations from the National Institute on Aging and Alzheimer’s Association workgroup

Toward defining the preclinical stages of Alzheimer’s disease: Recommendations from the National Institute on Aging and the Alzheimer’s Association workgroup

Fonte: AdnKronos

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Alzheimer: scoperti 5 nuovi geni collegati

Posted by bibliotecabiomedica su aprile 5, 2011

Ci sono anche Sandro Sorbi e Benedetta Nacmias, rispettivamente ordinario e ricercatrice in neurologia all’Università di Firenze, tra gli scienziati europei che hanno fatto parte del gruppo di lavoro che ha individuato 5 geni coinvolti nel morbo di Alzheimer: 4 di questi non erano mai stati collegati alla patologia.
I ricercatori hanno analizzato il genoma di 59.176 individui di cui 19.870 affetti da Alzheimer prima di scoprire i cinque nuovi geni che sono i seguenti: ABCA7, MS4A6A-MSA4A4E, EPHA1, CD2AP e CD33.

Articolo di riferimento:
Common variants at ABCA7, MS4A6A/MS4A4E, EPHA1, CD33 and CD2AP are associated with Alzheimer’s disease, Nature Genetics, pubblicato online il 3 Aprile 2011.
Leggi l’articolo completo (solo per utenti dell’Università di Firenze)

Fonte: Cybermed

 

 

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Farmaci vs Alzheimer: NICE pubblica un documento di valutazione finale

Posted by bibliotecabiomedica su gennaio 20, 2011

Riguarda l’utilizzo di donepezil, galantamina, rivastigmina e memantina nel trattamento dell’Alzheimer l’ultimo documento di valutazione finale pubblicato da NICE.
Tra le raccomandazioni iniziali si legge che i tre inibitori della acetilcolinesterasi, escluso la memantina, dovrebbero essere utilizzati solo per il trattamento di pazienti affetti da Alzheimer da lieve a moderato e con particolare attenzione; la memantina, invece, dovrebbe essere utilizzata nell’Alzheimer moderato per coloro che sono intolleranti o hanno avuto controindicazioni per i farmaci AChE inibitori; oppure nell’Alzheimer severo.

Leggi i documenti completi

Fonte: Nelm News

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World Alzheimer Report 2010 disponibile online

Posted by bibliotecabiomedica su settembre 22, 2010

E’ disponibile online sul sito dell’Alzheimer’s Disease International il World Alzheimer Report 2010. Il rapporto fornisce un’immagine complessiva globale dell’impatto economico di questa patologia e di altre forme di demenza. Lo studio comprende una stima dei costi medici diretti, indiretti e a carico delle famiglie di questa invalidante malattia nel mondo.

Leggi il rapporto (in pdf)

Fonte: Nelm News

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Supplemento di vitamina B non rallenta il declino cognitivo nei pazienti con Alzheimer

Posted by bibliotecabiomedica su settembre 11, 2010

La ricerca, pubblicata sull’ultimo numero di JAMA, mostra che la riduzione dei livelli di omocisteina non rallenta il declino cognitivo nei pazienti malati di Alzheimer.
L’ipotesi di base era che la somministrazione di vitamina B avrebbe abbassato il livello di omocisteina, solitamente elevato nei pazienti con Alzheimer, e questo, di conseguenza, avrebbe rallentato il declino cognitivo. Purtroppo, all’effettivo abbassamento del livello di omocisteina non pare aver fatto seguito nessun rallentamento nel declino mentale.
Lo studio, un trial clinico randomizzato, è stato condotto su 409 pazienti nell’arco di 18 mesi utilizzando come metro di valutazione la Alzheimer’s Disease Assessment Scale.

Articolo di riferimento:
Aisen, Paul S. MD; Schneider, Lon S. MD, MS; Sano, Mary PhD; Diaz-Arrastia, Ramon MD, PhD; van Dyck, Christopher H. MD; Weiner, Myron F. MD; Bottiglieri, Teodoro PhD; Jin, Shelia MD, MPH; Stokes, Karen T. BA, BS; Thomas, Ronald G. PhD; Thal, Leon J. MD +; Alzheimer Disease Cooperative Study, High-Dose B Vitamin Supplementation and Cognitive Decline in Alzheimer Disease: A Randomized Controlled Trial, JAMA, vol. 300, n.15, p. 1774-1783
Leggi l’articolo completo (solo per utenti dell’Università di Firenze, disponibile sulla piattaforma Ovid)

Fonte: JAMA

Aggiornamento del 10 Settembre 2010:
Sembrano smentire in parte quanto dimostrato dallo studio sopracitato i risultati dell’ultima ricerca pubblicati su Plos One.
La ricerca, condotta per due anni, è consistita nel somministrare a 168 volontari affetti da indebolimento cognitivo medio (ma senza Alzheimer), una pillola con forti dosi di vitamina B6, B12 e acido folico, e ad altri un placebo.
Le dosi erano rispettivamente circa 300 volte la dose giornaliera raccomandata di vitamina B12, 4 volte quella di acido folico e 15 volte quella di B6.
I risultati hanno mostrato che la riduzione del cervello dei pazienti cui era stata somministrata la pillola è stata dello 0,76% contro l’1,08% di quelli cui era stato somministrato il placebo.

Articolo di riferimento:
A. David Smith, Grzegorz Agacinski, Stephen M. Smith, Celeste A. de Jager, Philippa Whitbread, Carole Johnston, Abderrahim Oulhaj, Kevin M. Bradley, Robin Jacoby, Helga Refsum, Homocysteine-Lowering by B Vitamins Slows the Rate of Accelerated Brain Atrophy in Mild Cognitive Impairment: A Randomized Controlled Trial, Plos one, vol. 5(2010), n. 9, e12244.
Leggi l’articolo completo (open access)

Fonte: Cybermed

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Alzheimer: sperimentazione di un vaccino anche a Firenze

Posted by bibliotecabiomedica su Maggio 14, 2010

Anche Firenze partecipa con 5 pazienti alla fase due di un trial clinico multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, contro placebo, in pazienti affetti da malattia di Alzheimer di grado lieve, che vede coinvolti in totale 120 pazienti.
I ricercatori vogliono dimostrare l’efficacia di un “vaccino” in grado di potenziare la risposta immunitaria dell’organismo contro la proteina beta amiloide, le cui placche sono considerate le maggiori responsabili della morte delle cellule nervose.

Fonte: Cybermed

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Alzheimer: le prime tracce sono nell’ippocampo

Posted by bibliotecabiomedica su gennaio 8, 2010

Arriva dall’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma uno studio, pubblicato su Neurology, secondo cui nell’ippocampo e nelle strutture paraippocampali sono visibili le prime tracce dell’aggressione dell’Alzheimer.
Un test di memoria verbale e visiva è stato condotto su 76 persone prive di patologie neurologiche tra i 20 e gli 80 anni; il campione inoltre è stato sottoposto a un nuovo tipo di risonanza magnetica nucleare (Rmn) dell’encefalo: la diffusion tensor imaging (Dti), che consente di evidenziare alterazioni della microstruttura delle cellule nervose.
Lo studio ha eviednziato che nelle persone al di sopra dei 50 anni le basse prestazioni ai test di memoria sono correlate a significative alterazioni microstrutturali a livello dell’ippocampo.

Articolo di riferimento:
Carlesimo, Giovanni A.; Cherubini, Andrea; Caltagirone, Carlo; Spalletta, Gianfranco, Hippocampal mean diffusivity and memory in healthy elderly individuals: A cross-sectional study, Neurology, published ahead of print 6 Jan. 2010.
Leggi l’articolo completo (solo per utenti dell’Università di Firenze)

Fonte: AdnKronos

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Alzheimer: un contributo alla ricerca anche dall’Università di Firenze

Posted by bibliotecabiomedica su settembre 8, 2009

Anche l’Università di Firenze ha dato il proprio contributo alla ricerca, pubblicata su Nature Genetics, che ha portato all’identificazione di varianti dei geni CLU, (o APOJ)  e CR1 legate in maniera significativa alla malattia.
Si tratta di Benedetta Nacmias, ricercatrice di Neruologia e del Prof. Sandro Sorbi, ordinario di Neurologia.
Dopo le due fasi di studio, la prima di tipizzazione e la seconda di replicazione, 4 varianti genetiche hanno dato risultati statisticamente significativi: tre varianti a livello del gene CLU, sul cromosoma 8 e una sul gene CR1, sul cromosoma 1.

Articolo di riferimento:
Jean-Charles Lambert, Simon Heath, Gael Even, Dominique Campion, Kristel Sleegers, Mikko Hiltunen, Onofre Combarros, Diana Zelenika, Maria J Bullido, Béatrice Tavernier, Luc Letenneur, Karolien Bettens, Claudine Berr, Florence Pasquier, Nathalie Fiévet, Pascale Barberger-Gateau, Sebastiaan Engelborghs, Peter De Deyn, Ignacio Mateo, Ana Franck, Seppo Helisalmi, Elisa Porcellini, Olivier Hanon, the European Alzheimer’s Disease Initiative Investigators, Marian M de Pancorbo, Corinne Lendon, Carole Dufouil, Céline Jaillard, Thierry Leveillard, Victoria Alvarez, Paolo Bosco, Michelangelo Mancuso, Francesco Panza, Benedetta Nacmias, Paola Bossù, Paola Piccardi, Giorgio Annoni, Davide Seripa, Daniela Galimberti, Didier Hannequin, Federico Licastro, Hilkka Soininen, Karen Ritchie, Hélène Blanché, Jean-François Dartigues, Christophe Tzourio, Ivo Gut, Christine Van Broeckhoven, Annick Alpérovitch, Mark Lathrop & Philippe Amouyel, Genome-wide association study identifies variants at CLU and CR1 associated with Alzheimer’s disease, Nature Genetics, pubblicato online il 6 settembre 2009
Leggi l’articolo completo (solo per utenti dell’Università di Firenze)

Fonte: Università degli studi di Firenze

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Individuato legame proteico tra Alzheimer e epilessia

Posted by bibliotecabiomedica su aprile 30, 2009

Ad annunciarlo sono stati alcuni ricercartori di Aberdeen che hanno pubblicato i loro risultati sul Journal of Neuroscience.
Il lavoro fa parte del progetto internazionale, finanziato dall’Unione Europea, denominato Memoload (‘Meccanismi neurobiologici della perdita della memoria nel morbo di Alzheimer’).
Secondo la ricerca una serie di farmaci usati per curare la perdita di memoria potrebbero potenzialmente abbassare la soglia delle convulsioni del paziente, mentre i farmaci anti-epilettici possono indebolire ulteriormente le funzioni cognitive degli ammalati di Alzheimer.
Nella ricerca si è anche tenuto presente che i soggetti affetti da alcune forme della malattia sono 80 volte piu’ esposti alle convulsioni rispetto a soggetti non affetti dal disturbo. Si è inoltre scoperto che il beta amiloide fa in modo che le cellule nervose siano piu’ eccitabili e sensibili. Questo effetto blocca la comunicazione tra le cellule e provoca le convulsioni.

Articolo di riferimento:
Rimante Minkeviciene, Sylvain Rheims, Marton B. Dobszay, Misha Zilberter, Jarmo Hartikainen, Lívia Fülöp, Botond Penke, Yuri Zilberter, Tibor Harkany, Asla Pitkänen, and Heikki Tanila, Amyloid β-Induced Neuronal Hyperexcitability Triggers Progressive Epilepsy, The Journal of Neuroscience, March 18, 2009, 29(11):3453-3462
L’ articolo non è disponibile presso l’Università. Se interessati, richiedetelo attraverso il nostro servizio di Document Delivery (solo per utenti dell’Università di Firenze ed enti convenzionati).

Leggi le istruzioni

Fonte: SanitàNews

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Alzheimer: un professore dell’Università di Firenze tra i primi 100 esperti al mondo

Posted by bibliotecabiomedica su aprile 2, 2009

Si tratta del Prof. Sandro Sorbi, ordinario di neurologia all’Università di Firenze,  ed è l’unico italiano a comparire nella graduatoria dei primi 100 scienziati coinvolti nello studio della malattia di Alzheimer.
L’indagine è stata pubblicata sul numero di marzo del ‘Journal of Alzheimer disease’, utilizzando le pubblicazioni di circa 25 mila scienziati dal 1984 al 2007. Sorbi è in 71esima posizione fra i ‘top 100 investigators’, nono tra i 19 europei indicati dalla classifica.
L’indagine ha utilizzato sia il numero e il tipo di pubblicazioni scientifiche sia il ‘citation index’, ossia il numero di citazioni di ciascuna pubblicazione fatte dagli studiosi, che esprime la rilevanza e la considerazione da parte degli esperti del settore.

Articolo di riferimento:
Aaron A. Sorensen, Alzheimer’s Disease Research: Scientific Productivity and Impact of the Top 100 Investigators in the Field, Journal of Alzheimer’s Disease, vol. 16(2009), n. 3, p. 451-465
Leggi l’articolo completo

Fonte: Adnkronos

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